ASPIC Cosenza

Il counseling

ASPIC Cosenza

Il counseling: cos’è e come funziona

Il counseling è una relazione d’aiuto improntata alla cura dell’altro, in cui un professionista, il counselor, appunto, facilita e supporta uno o più individui –  un singolo, una coppia, un gruppo, un team di professionisti – in un processo di esplorazione/chiarificazione di stati emotivi e/o esistenziali oppure di difficoltà legate ad aspetti specifici della vita (lavoro, relazioni familiari e affettive, relazioni interpersonali, educazione, ecc.) allo scopo di promuovere la crescita personale e il livello di benessere. In questo processo, il counselor è un professionista che agevola la persona nella scoperta del proprio potenziale e delle proprie risorse, in un clima di accoglienza e di ascolto.

Ci si rivolge a un counselor per essere accompagnati a risolvere una difficoltà temporanea alla quale non si è in grado di far fronte da soli; tuttavia, non si tratta di disagi patologici, per i quali si renderebbe necessario l’intervento di altri specialisti (psicoterapeuta o psichiatra): il counseling utilizza tecniche e metodologie che accompagnano il cliente in un percorso di acquisizione di maggiore consapevolezza, permettendogli di individuare e attuare la soluzione più adatta alle proprie esigenze e al proprio modo di essere.

Durante gli incontri di counseling, il cliente ha, infatti, l’opportunità di esplorare i propri pensieri,  sentimenti e comportamenti in un ambiente sicuro e confidenziale. Il counselor accompagna il cliente nell’affrontare le difficoltà e nel creare strategie per un cambiamento positivo, aiutandolo a gestire lo stress, a risolvere problemi relazionali, a fare scelte professionali o a superare sfide personali.

Un po’ di storia

Nato negli Stati Uniti nel primo decennio del XX secolo, ad opera di Jesse B. Davis, Frank Parsons e Clifford Beers – che utilizzarono per la prima volta il termine per indicare l’attività di supporto nell’ambito educativo, nello sviluppo professionale, nella prevenzione del disagio sociale, come pure nell’assistenza e nella riabilitazione di persone con problemi di salute mentale – il counseling si sviluppò definitivamente negli anni ’40 e ’50, sull’onda del successo di due pubblicazioni di Carl R. Rogers, considerate pietre miliari della disciplina, Counseling e psicoterapia (1942) e La terapia centrata sul cliente (1951).

Tra i più celebri esponenti della Psicologia Umanistico-esistenziale – la cosiddetta Terza forza che, in opposizione alla visione frammentaria e riduzionista delle due correnti psicologiche allora dominanti, il comportamentismo e la psicoanalisi, promuoveva l’idea di individuo libero, responsabile, consapevole e in grado di scegliere – Rogers usò il termine counseling per indicare una relazione nella quale il cliente (non più definito paziente) era assistito nelle proprie difficoltà senza rinunciare alla libertà di scelta e alla propria responsabilità.

Complice  lo sviluppo della psicologia umanistica, che contava tra i suoi maggiori esponenti, insieme a Rogers, psicoterapeuti come May, Maslow, Perls e Berne, dagli anni ’50 in poi il counseling assunse una connotazione più “psicologica”, enfatizzando la centralità del cliente e la qualità della relazione, e si diffuse in tutto il mondo.

La professione in Italia

Il counseling in Italia ha conosciuto una diffusione considerevolmente più tardiva rispetto ai Paesi anglosassoni, essendo stato introdotto solo agli inizi degli anni Ottanta grazie al lavoro dei fondatori dell’Aspic, Edoardo Giusti e Claudia Montanari.

Da allora sono nate molte scuole e, causa dell’assenza di una normativa specifica che regolasse la professione, già dagli anni Novanta sono nate anche associazioni professionali di natura privatistica. Queste associazioni, inserendosi nel più ampio processo di riforma delle professioni avviato a livello europeo, hanno delineato i confini della professione di counselor, stabilendo gli standard formativi, i registri degli iscritti, i codici deontologici e i programmi di aggiornamento professionale.

Nel 2000 il CNEL  Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro ha inserito il counseling tra le professioni non regolamentate. Oggi il counseling rientra a pieno titolo nelle nuove professioni regolate dalla Legge n. 4 del 14 gennaio 2013, “Disposizioni in materia di professioni non organizzate”, ed è indicato dal COLAP (Coordinamento Libere Associazioni Professionali) tra quelle di area socio-formativa.

Le associazioni professionali continuano a definire gli standard deontologici e formativi per garantire la qualità del servizio, rendendo il counseling una risorsa fondamentale per il benessere individuale, dei gruppi e delle organizzazioni.

Una delle più innovative professioni trasversali 

Il counseling non è solo un ambito disciplinare in cui esercitare una professione autonoma, ma è anche uno strumento formidabile per tutti coloro che operano nell’ambito socio-sanitario, scolastico, legale, etc. ove sono richieste competenze relazionali e comunicative avanzate. Esercitando la professione in tali settori, quotidianamente si è chiamati a mettere in pratica abilità emotive, di comunicazione e di relazione che necessiterebbero di un percorso formativo adeguato.

Soprattutto in questo periodo storico, con la recente pandemia, e in un società “liquida”, nella quale certezze e punti di riferimento sociali sono scomparsi, da più parti si avverte profondamente, per quanto, ancora, in modo non del tutto esplicito, il bisogno di un “nuovo umanesimo” che metta in primo piano l’importanza della relazione.

Counseling per professionisti

Per tutti i professionisti che operano nelle relazioni, quali medici, avvocati, assistenti sociali, infermieri, etc. il counseling offre strumenti fondamentali per migliorare la comunicazione e gestire le emozioni. Le competenze acquisite attraverso il counseling possono essere applicate direttamente nelle consulenze professionali, dove la comprensione e la gestione degli aspetti emotivi sono essenziali per il successo dell’intervento. La formazione in counseling consente ai professionisti di sviluppare abilità di ascolto, empatia e gestione dei conflitti.

Counseling per docenti

Nel contesto educativo, i docenti possono beneficiare delle tecniche di counseling per migliorare il rapporto con gli studenti, gestire dinamiche di classe complesse e affrontare le sfide emotive che emergono nell’ambiente scolastico. Le abilità di counseling permettono agli insegnanti di creare un ambiente di apprendimento più inclusivo e di sostenere gli studenti nel loro sviluppo emotivo e sociale.

Counseling operatori sociali e volontari

Per chi lavora nel sociale, il counseling è uno strumento indispensabile per gestire le difficoltà emotive e relazionali che possono emergere nel contatto con persone vulnerabili o in situazioni di crisi. Le tecniche di counseling aiutano gli operatori a mantenere un equilibrio emotivo, migliorare la propria capacità di ascolto e intervenire in modo efficace nelle situazioni di conflitto o disagio.

Come Aspic Cosenza può aiutarti

Hai mai considerato di intraprendere il counseling come percorso professionale o di utilizzarlo per arricchire la tua crescita personale e lavorativa? Aspic Cosenza, oltre a offrire diverse opportunità formative – dal master triennale al corso annuale e a quelli brevi di microcounseling – mette a disposizione dei suoi soci il servizio del CAO (Centro Ascolto e Orientamento). Qui, in un ambiente protetto, puoi ricevere ascolto e supporto per affrontare le tue difficoltà e sviluppare le competenze fondamentali nella comunicazione interpersonale e nella gestione delle relazioni.  

Se desideri scoprire come il counseling può fare la differenza nella tua vita o nella tua carriera, non esitare a contattare Aspic Cosenza. Per ulteriori informazioni, chiamaci al 377.191.12.12 o inviaci un’email a segreteria@aspic.it. Visita il nostro sito web www.aspiccosenza.it per scoprire di più sui nostri corsi e percorsi.

Il counseling può essere il primo passo verso una vita più soddisfacente e consapevole.